Di Maria Fusetti

Quando una coppia litiga e/o si separa, spesso tende a rimanere focalizzata su se stessa, sui motivi del contrasto, le insoddisfazioni e recriminazioni reciproche fra i partner. Diventa difficile tenere a mente i reali bisogni dei figli, ma anche l’impatto che il problema di coppia ha sulle famiglie di origine dei due partner.

In questo articolo verranno approfonditi sia i temi critici che i genitori si trovano ad affrontare quando decidono di separarsi, sia le specifiche metodologie di conduzione del colloquio e gli strumenti che il mediatore familiare ha a sua disposizione per gestire gli incontri con i minori e con le loro famiglie.

Il bisogno di continuità affettiva dei figli di genitori separati

Come descritto nell’articolo “non siamo più una coppia ma saremo sempre genitori”, durante una separazione, è importante aiutare la coppia a “dipanare la matassa che lega il vincolo coniugale con quello genitoriale, in modo da portare in salvo il secondo, sciogliendo il primo” (Cigoli, 1998).

Per farlo, la coppia deve elaborare il fallimento del proprio legame e, allo stesso tempo, mantenere i ruoli di madre e padre, riconoscersi come tali ed avviare un rapporto di collaborazione e cooperazione per tutti gli aspetti che riguardano l’esercizio della genitorialità.

La mediazione familiare è un valido strumento che i genitori possono utilizzare per essere sostenuti nei loro progetti e compiti evolutivi. Con l’aiuto del mediatore possono acquisire la consapevolezza dell’importanza del loro ruolo di essere ancora e per sempre genitori.

Inoltre, appare utile ricordare come la mediazione possa sostenere il nucleo familiare non soltanto a livello emotivo, ma anche pratico/concreto attraverso la stesura di accordi utili alla riorganizzazione familiare e basati sui bisogni, in primis, dei figli coinvolti nel processo separativo.

A tal proposito notiamo come spesso, dopo il divorzio, quando i genitori costruiscono una nuova relazione tendono a staccarsi emotivamente dal passato per meglio investire nella nuova composizione familiare, mentre per i figli è importante salvaguardare il legame con il passato poiché alla radice della loro identità. Sarebbe opportuno creare un collegamento tra le due dimensioni temporali e mantenere i legami con entrambi i genitori e le famiglie d’origine al fine di affrontare meglio i cambiamenti nella vita affettiva e nella quotidianità che inevitabilmente si presentano durante e dopo la separazione dei genitori. In presenza di un evento separativo è fondamentale aiutare i bambini a ricomporre un’identità familiare con le figure di attaccamento, i suoi personaggi e la sua storia. (Anna Oliverio Ferraris, 1999)

Comunicare ai figli la separazione

Un passaggio importante e delicato, prima di procedere con l’utilizzo di strumenti specifici, è la comunicazione ai figli rispetto all’evento separativo. E’ la coppia genitoriale, in prima persona , ad affrontare la questione con i figli ; il momento però è obiettivamente difficile e le reazioni dei figli sono spesso negative o di disorientamento, sia i figli grandi che i figli piccoli possono avere difficoltà ad assimilare la notizia.

Spesso i genitori pensano che non si debba parlare con i bambini di ciò che sta accadendo perché troppo doloroso e difficile da comprendere; in realtà i bambini sono in grado di percepire gli stati d’animo dei genitori e di cogliere anche ciò che non viene detto in modo esplicito. Questo atteggiamento potrebbe creare uno stato d’ansia e paura, per questo si pone come fattore protettivo comunicare ai figli l’intenzione di separarsi usando parole semplici e adeguate alla loro età.  

E’ per questo motivo che la comunicazione viene ripresa in un secondo tempo col mediatore e l’intero nucleo familiare.

Includere i figli nel percorso di mediazione

I figli possono sembrare spettatori passivi rispetto alle discussioni che coinvolgono i genitori, ma la maggior parte delle volte, gli stessi vengono trascinati all’interno del conflitto e si trovano in una posizione svantaggiata poiché lo subiscono e non riescono ad avere “voce in capitolo” a riguardo.

Quando la coppia si trova ad affrontare un passaggio così delicato come la separazione appare evidente quanto sia importante il dialogo tra genitori e figli, ma è altrettanto evidente quanto questo risulti difficile in un momento così doloroso.

E’ proprio attraverso la mediazione familiare che si possono aiutare i genitori ad assolvere a questo difficile compito rendendo partecipi, ove possibile, i figli nel percorso stesso. È utile coinvolgere i figli nella mediazione familiare perché in questo modo possono emergere i loro reali bisogni, i loro desideri le loro preoccupazioni o paure e possono anch’essi negoziare con i loro genitori (D. Mazzei, V. Neri, 2017).

L’ascolto dei minori in mediazione avviene privilegiando l’uso di tecniche simboliche con osservazione di comportamenti non verbali e delle interazioni familiari evidenziabili dalla videoregistrazione di situazioni di gioco, in quanto la comunicazione verbale può essere più facilmente manipolabile e utilizzabile nella conflittualità genitoriale. Alcuni degli strumenti utilizzati per l’ascolto dei figli nel percorso mediatorio sono lo scenario familiare e il Lausanne Trilogue Play, ovvero l’interazione triadica.

Prima di procedere con i colloqui specifici con i minori, il mediatore, solitamente, incontra i bambini con i genitori in un colloquio congiunto che ha l’obiettivo di spiegare loro il setting e iniziare a parlare di emozioni, legate alla separazione, attraverso una comunicazione circolare che coinvolga l’intero nucleo.

Lo Scenario Familiare

La tecnica dello Scenario Familiare ci permette di approfondire le rappresentazioni delle dinamiche familiari del bambino e favorire i racconti relativamente alla separazione ed eventuali accadimenti conflittuali

Nella restituzione ai genitori, l’intervento del mediatore è di aiutarli a rileggere i comportamenti dei figli, provando a comprenderli. Spesso vedere l’immagine dal punto di vista dei figli avvia, nei genitori, un processo di comprensione empatica più efficace di qualsiasi spiegazione verbale.

Il Lausanne Trilogue Play ovvero l’interazione triadica

Il bambino nasce con la predisposizione a stare all’interno di relazioni triadiche, per questo motivo diventa necessario osservare la triade, ossia l’interazione fra mamma, papà e bambino.

Il Lausanne Trilogue Play è uno strumento osservativo che può aiutare i genitori a riflettere sulle loro difficolta, ma anche ad individuare le loro risorse focalizzando l’attenzione sul figlio e sui suoi bisogni; essendo quest’ultimo oggetto di comune interesse, facilita la creazione di un clima collaborativo ed il raggiungimento dell’accordo.

La mediazione familiare rende i partner stessi protagonisti della ricerca delle soluzioni più adeguate alle esigenze della famiglia, permettendo loro di valorizzare le proprie funzioni genitoriali.

Attraverso la mediazione familiare, le relazioni familiari saranno trasformate e non spezzate: sarà così possibile guardare al futuro con una prospettiva più positiva e ricca di speranza.

Bibliografia

Andolfi M. (a cura di) La crisi di coppia. Una prospettiva sistemico relazionale”, Raffaello Cortina Editore, 1999

Francini G. Il dolore del divorzio. Terapia, mediazione e cura della famiglia separata, Franco Angeli Milano, 2016

Mazzei D., Neri V. La Mediazione Familiare, il modello sistemico trigenerazionale, Raffaello Cortina Editore, 2017

Oliviero Ferraris A. Dai figli non si divorzia, Rizzoli, Milano, 2005

Ratti I., Vadilonga F. (2014), Dar voce ai bambini nei percorsi di mediazione. Rivista Mediazione Familiare Sistemica, 14.

L’autrice

Maria Fusetti è educatrice, counselor sistemico-relazionale dell’età evolutiva e mediatrice familiare. Presso il Centro di Psicologia Mera-Gorini si occupa di accompagnamento alla genitorialità e mediazione familiare.

Per un consulto, telefonare al: +39 351 921 9207